«Non può durare in eterno, come diceva quello che girava lo spiedo»

La storia dello spiedo è ambientata nel cuore di Roma, al Colosseo, in un’epoca in cui la città era funestata dalla presenza di banditi senza scrupoli.

Una notte Sisto V decise di travestirsi da mendicante e, con una bottiglia di vino nascosta sotto il mantello, raggiungere un manipolo di malfattori che usava l’anfiteatro come covo.

Il Papa chiese agli uomini di poter passare la notte lì, e i banditi accettarono a patto che lo straniero cucinasse per loro. Fu così che Papa Sisto si trovò a girare lo spiedo sul quale cuoceva un maialino mentre i criminali bivaccavano senza pensieri. Infastidito dalla loro arroganza, il Pontefice mascherato ripeteva tra sé e sé una frase: “Non può durare in eterno…”

Quando fu il momento di mangiare, il “mendicante” tirò fuori il fiasco di vino e lo offrì ai banditi. Gli uomini ne bevvero in abbondanza e poco dopo si addormentarono profondamente: la bevanda era stata drogata.

Sisto V lasciò quindi il Colosseo e allertò le sue guardie, che catturarono i criminali e li issarono sulla forca il mattino successivo.

Quanto può durare un’ingiustizia? Poco, se a “girare lo spiedo” è qualcuno con un carattere risoluto!